04 LUGLIO 2021 | La Repubblica: Il lockdown fa bene alle webradio, ascolti in crescita e i grandi network si adeguano

La Repubblica

Il lockdown fa bene alle webradio, ascolti in crescita e i grandi network si adeguano di Ernesto Assante

Molto forte il fenomeno negli Usa e in Europa. In Italia numeri bassi ma aumenta lo streaming e molte grandi emittenti hanno affiancato ai tradizionali canali FM anche alcuni nuovi canali tematici online

Uno dei molti “effetti collaterali” della pandemia sul mondo dei media digitali è stato quello della crescita delle web radio. “Sorelle minori” della radiofonia in FM, le emittenti web si sono negli ultimi anni moltiplicate in tutto il mondo, sia per la naturale progressione della digitalizzazione in generale, sia per la facilità di consumo attraverso gli smartphone e i media mobili, sia anche, nello scorso anno, per un inedito uso casalingo, che si è andato ad affiancare a quello delle emittenti tradizionali e allo streaming on demand.

È un mercato in grande crescita sia nel formato più classicamente radiofonico, dal vivo, con conduttori e programmi, sia nel formato tematico, con canali che sono gestiti tutti in automatico, con programmazioni di musica 24 ore su 24 di generi diversi. Il motivo è ovvio: le radio FM sono ‘generaliste’ e hanno un’offerta sostanzialmente ‘mainstream’, con i brani di maggior successo e una grandissima dose di intrattenimento ‘parlato’, anche se negli anni si sono via via affermate anche emittenti nazionali di genere, musica italiana, rock, vintage, mentre lo streaming on demand accontenta soprattutto chi sa già cosa vuole ascoltare, quindi il pubblico che è alla ricerca di selezioni musicali più interessanti, curiose, originali, particolari, si rivolge alle web radio per essere ‘sorpreso’ o soprattutto per ascoltare generi e musiche che le radio in FM trasmettono poco o nulla. Accanto a queste, poi, vanno comunque contati gli stessi grandi network generalisti, che stanno sfruttando sempre di più i propri canali web per acquisire il pubblico più giovane, che ascolta attraverso gli smartphone e che delle vecchie radio non sa proprio cosa farsene se non in automobile.

Secondo le ultime rilevazioni Audiweb, nel 2020 l’audience totale digitale su base mensile ha raggiunto il 73% della popolazione italiana dai 2 anni in su, con una media mensile di 43,5 milioni di utenti unici e un aumento del +4,6% rispetto all’anno precedente. Un mercato in netta crescita, dunque, che è interessante analizzare e studiare e che ha bisogno di nuove “metriche” per conoscere i flussi di ascolto.

I dati più interessanti su questo fronte li offre Statcast, una piattaforma made in Italy, dedicata alle statistiche in tempo reale per il digital audio. La piattaforma ha appena concluso un primo periodo di test che è durato più di un anno e che ha coinvolto decine di emittenti online. I numeri sono particolarmente interessanti: nei 52 canali osservati hanno circolato quasi un milione e mezzo di utenti uniti, per più di 23 milioni di sessioni, con alcune emittenti solo web che hanno fatto segnare fino a seimila utenti collegati, numeri degni di un network nazionale.

In Italia il mercato delle radio web è ancora embrionale, siamo solo all’inizio di un cambiamento che però si è già messo in moto: “Tramite Statcast abbiamo anche i numeri internazionali e la realtà italiana non è ancora paragonabile a quella internazionale”, ci dice Francesco Triolo di Statcast, “sono grandissimi i numeri delle emittenti americane, ovviamente, ma anche in Europa tutto è in movimento, i dati di alcune radio svedesi e perfino di stazioni bielorusse sono impressionanti. Ma il trend è positivo, la richiesta crescente di consulenza per la creazione di nuove web radio ne è la prova”.

Molte delle grandi emittenti nazionali italiane hanno infatti ampliato la propria offerta online affiancando alla semplice riproposizione dei canali FM anche alcune nuove emittenti tematiche, ma moltissime sono le nuove radio che trasmettono in diretta unicamente sul web, potendo in questo modo raggiungere l’intero territorio nazionale e raccogliendo quindi un pubblico molto più grande di quello che otterrebbero trasmettendo solo nel loro territorio locale. L’ascolto in streaming, in generale è in aumento in Italia in maniera esponenziale, una crescita dovuta soprattutto al periodo di lockdown, “gli utenti scelgono direttamente quale radio ascoltare, gli aggregatori funzionano ma per la maggior parte generano micro connessioni che potrebbero falsare i dati. A questo proposito con Statcast monitoriamo le sessioni di ascolto cercando di epurare anche i BOT”.

Statcast dopo la fase di sperimentazione è ora pienamente operativa, “ci rivolgiamo soprattutto a emittenti piccole e medie”, dice ancora Triolo, “che solitamente non possono contare su statistiche precise in tempo reale. Il nostro obiettivo è aumentare e migliorare i dati a disposizione delle web radio introducendo nuove soluzioni di certificazione dei dati per consentire l’utilizzo di Statcast anche in ambito pubblicitario”.

04 LUGLIO 2021